trio
Quando sbroccano… (parte prima)
di Giorgio_2013
18.11.2013 |
7.930 |
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"La sua pelle bianca, le sue tette piccole con i capezzoli pronunciati e quella figa con una peluria rada e biondina… uno spettacolo!
Mi staccai da Rosy..."
Questa è una storia vera di 7 anni fa... Come al solito, visto che è un racconto, c’è anche una parte romanzata.I giri di amici come si sa mettono in contatto le persone, per cui io conosco te, tu poi conosci i miei amici e io i tuoi. Detto questo in modo breve, in questi giri di amicizie conobbi due ragazze diversissime tra loro, ma unite sia dall’amicizia sia dal fatto che sono colleghe di lavoro.
Tutto questo è normale, la cosa anormale è quello che successe un 8 marzo con loro…
Prima di tutto le presentazioni. Per quanto mi riguarda, io sono Giorgio oggi 40 enne. Mentre le due ragazze della storia sono Laura e Rosy (diminutivo di Rosalia).
Laura aveva 26 anni all’epoca, sposata da poco con Gianmarco, che tradì in maniera continuata dopo la nascita della loro bimba. Magra, fisico asciutto, pelle bianca, altezza 1.70, una seconda di seno, belle cosce affusolate, una bocca da pompinara e uno sguardo furbo da “gattina veneta in calore”.
Rosalia detta Rosy, diciottenne, tipica ragazza mediterranea, più precisamente siciliana con ascendenti pseudo-normanni. Alta 1.65, fisico proporzionato con belle curve, culo pronunciato e sodo, una terza di seno, la faccia e il comportamento da maiala.
Entrambe bionde.
Ci eravamo conosciuti tramite amici comuni, nulla di che visto la situazione di Laura fresca sposina, mentre Rosy non mi scaldava più di tanto, anche se i racconti degli amici la davano per una maiala pronta a prenderlo ovunque.
Ci vedemmo fortunosamente un 8 di marzo, in cui il sottoscritto se ne era uscito a prendere un caffè al bar centrale della cittadina, infastidito dal chiacchiericcio del gentil sesso, che in tale data sente che tutto gli è permesso, soprattutto quello di dimenticarsi che è proprio la metà gentile di questo mondo.
Le incontrai al bar. Loro erano sedute ad un tavolo con altre due: una una ciospa melensa e l’altra che doveva essere o albanese o rumena, comunque tutte colleghe di lavoro.
Le nostre Laura e Rosy indossavano delle corte minigonne, che passi per Rosy alla ricerca del “manico”, ma per Laura sposata di fresco lasciava qualche dubbio. Comunque mi fecero accomodare con loro e si trascorse la serata tra discorsi semi-seri e altri pecorecci.
Verso le 22 pagammo ognuno la consumazione e ci avviammo al parcheggio, alle rispettive macchine. Rimasi solo con Laura e Rosy, visto che le altre due avevano parcheggiato da un’altra parte.
Con le due tipe iniziammo a parlare del più e del meno, del nuovo tran tran da sposata di Laura.
Io mi feci audace vista la serata, ammiccando alla sua minigonna cortissima e mettendo in dubbio che lei fosse in caccia per scarsità di “materia prima” con il marito. Rosy mi dava man forte, tanto che Laura sulla difensiva sbottò (ridendo) additando la disponibilità di Rosy a levarsi mini e mutande se io ci stavo. Da parte mia me la ridevo in questo gioco tra amiche, soprattutto sull’ammissione di Rosy che se le sarebbe tolte volentieri per me, ma rivolta a Laura le rimbalzò la stessa cosa. Io guardai Laura negli occhi intensamente chiedendogli se le avrebbe tolte per me. Laura accusò la domanda, prima ammutolendo, poi imbarazzata ed infine annuendo sotto l’insistenza di Rosy.
La cosa mi sorprese, soprattutto mi sorprese la disponibilità di entrambe. E qui uscì la mia “suinità”…
Mi resi più che disponibile ad accontentarle entrambe e, senza tanti giri di parole, proposi di continuare e approfondire la cosa in un motel, sempre che Laura non avesse recriminazioni o sensi di colpa verso il marito …
Vidi lo sguardo deciso e supplichevole di Rosy verso Laura, che titubante e combattuta guardava me imbarazzata e Rosy indecisa.
Fu il “dai” supplicato da Rosy che fece cedere Laura, che accettò la proposta di andare al motel in 3, affrettandosi a mettere in chiaro che sarebbe stata la sola volta e che il marito non doveva sapere nulla. Figurarsi se io andavo dal suo maritino a dirgli che me l’ero trombata in motel…
Salimmo sulla mia macchina e ci avviammo verso l’agognato motel, pregustando la scopata che ci avrebbe coinvolti tutti e tre. Ma prima di salire volli un “assaggio”…
Abbracciai Rosy, che mi cinse il collo con le braccia mentre le mie scendevano a palpargli il culo da sotto la mini. Fu una limonata gustosa e piena, terminata con un “minchia” da parte sua. Mi rivolsi verso Laura. Mi avvicinai prendendole una mano delicatamente. La portai sopra la mia spalla fissandola negli occhi. Allungai la mano sotto la sua mini adagiandola sulla conca del suo sesso, accarezzandola all’altezza del suo pube, sussurrandole che avrei poi controllato se il marito gliela aveva aperta bene. Avvicinai le mie labbra alle sue e timidamente lei fece entrare la mia lingua in una limonata intensa. Rosy osservava tutto con l’animo in tumulto…
Il viaggio sembrò più lungo del dovuto, smorzato solo dai risolini delle due e dai commenti tromberecci che ci aspettavano. Rosy chiedeva insistente a Laura che cosa si sarebbe fatto, alludendo poco velatamente a precise prestazioni, sottolineate dai suoi “minchia” e dalle risposte licenziose della neo-sposina.
Arrivammo a destinazione. Sbrigate le formalità dei documenti e del prezzo, ci venne data la chiave della camera ad ore.
Camera accogliente, con specchi alle pareti e al soffitto. Questo lasciò Rosy meravigliata, tanto che pensai non fosse abituata ad andare in motel, ma più velocemente in camporella per una scopata in macchina.
Laura invece ridacchiava sorniona, lanciandomi languidi sguardi, ma al tempo stesso pudici.
Cinsi alla vita entrambe, una a sinistra e l’altra a destra, portandole verso l’alcova della serata. Dalla vita scesi a palpare il loro sedere da sopra e poi da sotto la minigonna.
Girai il viso verso Laura e l’avvicinai, scatenando una limonata propiziatoria. Poi mi volsi verso Rosy e feci lo stesso.
A quel punto, cercando di rompere il ghiaccio, chiesi chi si spogliava per prima. Laura subito invitò Rosy a farlo e, soprattutto, a mostrarmi come se la ravanava al lavoro quando scendeva in magazzino. Io sorpreso dalla cosa chiesi cosa intendesse.
Laura raccontò che più di una volta l’aveva beccata con la mano infilata nei calzoni intenta a ravanarsela con gusto e velocità. Rosy un poco imbarazzata annuiva e Laura, presa dal suo racconto, descrisse anche della volta che la trovò con le braghe slacciate, piegata in avanti a gambe leggermente aperte che mugolava. Raccontò di come la interruppe dandogli della maiala e di come Rosy cercando di ricomporsi si espose al suo scherzo: con uno strattone vigoroso Laura gli aveva tirato giù i calzoni, lasciandola in mutande e invitandola a finire così. Io chiesi a Rosy cosa avesse fatto e lei tutta santarellina rispose che continuo a menarsela, addirittura calandosi le mutande davanti a Laura per fargliela vedere…
Il “minchia” venne a me… Ordinai a Rosy di togliersi scarpe, calze e mutande e di sditalinarsi per noi. Laura gli disse di sdraiarsi e allargare le gambe mentre lo faceva.
Rosy ubbidì e, in quattro e quattr’otto, si levò gli indumenti tenendosi la mini, posizionandosi sul letto a gambe aperte davanti a noi. Metteva così in mostra una figa depilata, con le labbra pronunciate e scure. Iniziò a massaggiarsela con la mano destra. Era già umida la porcellina…
Rosy muoveva la sua mano sulla passera lentamente, cercando di allargare le labbra con le dita. Si notavano le sue dita bagnate mentre salivano e scendevano lungo la sua fessura glabra. Io intanto cingevo da dietro Laura appoggiando il mio mento sulla sua spalla e il bacino al suo culo, mentre la mia mano andava a frugare sotto la sua minigonna, andando verso l’elastico delle sue calze collant, intrufolandola dentro alla ricerca del tepore della sua figa.
Ad un tratto vidi Rosy menarsela velocemente, mentre le sue labbra sfarfallavano aprendosi e i suoi umori spandersi. Il risultato fu di trovarsi la figa slabbrata aperta davanti a noi. Dissi a Laura di spogliarsi.
Gattonai sul letto andando a mettere la mia bocca su quel “fiore dischiuso”, iniziando a leccarla per tutta la sua lunghezza, facendo entrare la mia lingua al suo interno, suggendo i suoi umori…
Vidi Laura accostarsi nuda a fianco di Rosy. La sua pelle bianca, le sue tette piccole con i capezzoli pronunciati e quella figa con una peluria rada e biondina… uno spettacolo!
Mi staccai da Rosy dicendogli di denudarsi completamente. Passai a leccare la figa di Laura aprendomi la strada con la lingua tra il suo pelo e trovando la fessura leggermente aperta e bagnata. L’affondai tutta al suo interno frullandola voracemente. Laura inarcò il bacino emettendo sospiri sonori. Io succhiavo e lappavo.
Comparve accanto a noi Rosy completamente nuda. Prima ci guardò, osservandomi leccare voracemente la figa di Laura, che inarcava la schiena tendendo il ventre, poi si fiondò sui capezzoli di Laura infilandosi una tetta in bocca.
Così vedevo pendere le tette di Rosy, aureola scura e appuntita, con i capezzoli grossi. Mi staccai dalla figa di Laura lasciandola con il pelo fradicio della mia saliva e dei suoi umori e afferrai una mammella di Rosy per succhiarla. Poi le dita delle mie mani cercarono le fessure di entrambe e si immersero nella loro umida e calda voluttuosità…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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